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da | 5 Maggio 2016

LA VESTE DEL POTERE:

L’ABBIGLIAMENTO TRA ‘500 E ‘600 IN

EUROPA

Quando l’abbigliamento esalta! Già dalla metà del ‘500 sino alla metà del’600, con Luigi XIV, il riferimento rimane classico con quell’Eleonora di Toledo che indossa un tessuto fiorentino controtagliato, costosissimo, poiché sono periodi in cui non si tagliava, bensì si forgiava ben bene l’oro facendolo divenire battiloro! Certo che la crisi non risparmiava, d’altronde quali sono i secoli che non l’hanno sentita? Ebbene sì, si compra meno, però se facciamo un tuffo all’indietro affacciandoci al Trecento, osserviamo che la bellissima Lucca ha lino e tessuti gialli che riportano al nobile metallo e tutto questo ce lo dicono le interessanti diapositive proiettate presso il Golf Club Bellosguardo di Vinci all’incontro organizzato dalla Fidapa . Il relatore Prof. JL Santoro ce le illustra con gran dovizia, mostrando Cosimo I con la moglie Eleonora di Toledo in immagini sublimi e ricche di potere carismatico.

Cos’è che dava il potere? Le armature signori e signore mie, quelle elaborate, costose, da parata, per farsi vedere ed ammirare, con quei motivi che erano veri e propri gioielli.

Nel frattempo i costumi vengono montati da passamaneria con grandi ricami, come quelli nel 1545 e…tempi nei tempi! quanto ‘figliavano’ sti nobili!!!

Nel frattempo Carlo V° di Spagna si mostra con pettorina e calzoni ultra sgargianti – significavano l’appartenenza – per le sfilate di rito mostrando la propria superiorità. Segue una collezione di figure con uomini con tanti colletti, pettorine imbottite a punta per obbligare a stare ‘dritti’ ed imponenti! con poi quel Francesco I ‘bimbo’ che si ritrova addosso velluto, seta, taffetà a tinte unite, qual buon riferimento d’armatura classica.

L’abito pertanto viene pensato come struttura architettonica con quei tocchi ‘minuti’ contrassegnati da broccato, ‘ori’ ed argento.

Nella galleria che scorre di seguito, i Corsini bambinetti portano il gilet, c’è molto bianco, con spalline ben rialzate, i pantaloni sono larghi come la struttura degli adulti, mentre un altro bimbo con la lattuga in mano, per ingentilire, è completamente in lungo.

Non passa inosservata la Regina di Francia Maria De Medici così altera e regale, mentre Camilla Bertelli nutre una vera e propria mania per i gioielli, tanto che la vediamo con dei bottoni che sembrano puntali, senza tralasciare la cura maniacale nei confronti di diamanti e topazi con successivo impegno di chi era incaricato di raccoglierli – capitava anche nelle migliori dinastie ! – per ricucirli immediatamente.

Proprio dalla manica del vestito si desume l’appartenenza ad un determinato ceto sociale, scoprendo poi che il ‘classico’ ben rigido che indossavano le ‘madame’, era più incisivo di quello maschile.

Il poco non usava, l’esagerazione invece era a frotte, senza disdegnare quei meravigliosi fili attorcigliati fatti con gli avanzi di decine e decine di anni precedenti.

Ecco all’orizzonte – riecco ! – il giovine mediceo con un bel raso rosso, mentre un altro ancora porta – ma come è effemminato…- sempre raso nero sul fine secolo del ‘500.

E…quello che si da un sacco d’arie? Beh… senz’altro per imitare i giusti riferimenti di una Spagna ben pomposa a cui piaceva troneggiare. Dopo Enrico VIII è il momento – quasi una celebrazione ! – di quell’Elisabetta I giovane tutta ricamata con miriadi di perle, con addosso quelle forme triangolari che ne contraddistinguevano l’epoca.

Durante l’incoronazione la pettorina è ben a punta…pronta a colpire! E questo mentre le chiese d’allora erano spettacolari, contrassegnate da canti, odori ed incensi. Ecco di nuovo ‘Elisabeth’ con la “grande armada”, che aveva vinto abbondantemente! Più tardi la ritroviamo con le maniche lunghe ‘a prosciutto’ poiché…più lunghe erano…più determinavano l’importanza.

Come un fantasma ce la ritroviamo nuovamente colma di gioielli con un sacco di nastri e ‘manicone’ elaboratissime sino a dar spazio – più corpo che spazio ! – a quel taglio con due striscione nere nere.

Pronti a far ribollire il sangue? Maria Stuarda, nuora di Caterina de Medici nonché nemica di Elisabetta I°, ci osserva con tutta la sua passamaneria squisitamente fiorentina. L’inghilterra accoglie quel bel signore tornato dalle battaglie, mentre il successivo è elegante seppur contrassegnato da dubbi e malinconie.

Ci ricorda…forse…un poeta con quel giubbotto che si nota prepotentemente, mentre l’altro ancora presenta un sacco di falde a frangia. Ebbene sì! è’ il momento degli ‘english’ e di tutto lo sforbiciato addosso in cui non mancano ‘sbuffi’! qual modo per farci capire che “la moda si rinnova!”. Questo lo si ritrova anche nel tessuto di arredamento e nella nascita di tessuti minuti: prima si vestivano come poltrone, poi! Ecco il gusto del gusto! Susseguono gli amanti di Elisabetta I° – ma quanti e tutti ben accolti! – mentre notiamo il buon tessuto tutto sforbiciato e certosino d’uno di loro. A ruota la grande – più grande che bella! – Caterina de Medici, tutta altezzosa, rigida e ‘ricca’ nel matrimonio con Carlo di Francia. La ritroviamo dopo pochi istanti con quel debole nei confronti dei diamanti ( chissà se Marilyn Monroe prese spunto da lei…) e poi ancora verso le amate perle quale buona collezionista di gioielli. Nel frattempo le maniche continuano ad imperversare ‘forti’ del loro significato; c’è tanto broccato, una bimba ha il seno schiacciato, indossa la ‘sottana’ dura dura e, nelle parate, spiegano che c’era chi le accompagnava.

Dulcis in fundo, carrellata di Maria de Medici regina col ‘giglio’ di Francia, in coda Ferdinando II, dopo ancora Luigi XIV con tutte quelle armature, sino a lasciare poi posto a quel Re Sole grande amante di teatro che amava illuminarsi nonché addobbarsi con tutti quei raggi di sano sole !!”

Alle domande poste al bravissimo e paziente relatore: “ Nella maggior parte dei casi i vestiti d’epoca sono raccolti nei musei, quanto alla sepoltura c’era chi sotto dettatura, prima ancora d’essere nel letto di morte, esigeva di andarsene con tutti suoi beni addosso, calzature comprese. Quanto alle perle, era prassi tramandarle. Da segnalare che per Caterina dei Medici, Maria Stuarda, Elisabetta I, le spille, tiare ed altri preziosi, venivano indossate con un preciso significato.”

Codici tramandati da Re e Regine… nel frattempo, noi fanciulle, grazie a tutte quelle immagini, ci siamo sentite seppur per una sola notte delle gran ‘regine’!

Pertanto: God save the Queen!

Carla Cavicchini

cavicchini@gmail.com

Carla Cavicchini

Carla Cavicchini

Giornalista

Carla Cavicchini è una giornalista free lance che lavora a Firenze, che ha maturato una solida esperienza nel mondo della comunicazione e dell’informazione. Con il suo stile chiaro e diretto, Carla si distingue per la capacità di raccontare le storie più umane e attuali, unendo rigore giornalistico a una spiccata sensibilità narrativa. Nel corso della sua carriera ha collaborato con numerose testate e ha partecipato a eventi e convegni di rilievo, lavorando a stretto contatto con professionisti del settore – tra cui registi e docenti universitari – che le hanno permesso di approfondire tematiche culturali, sociali e artistiche.

Nel suo blog, Carla condivide analisi, interviste e riflessioni che offrono uno sguardo critico e personale sulla realtà contemporanea, mettendo sempre al centro l’importanza di un’informazione etica e responsabile. Grazie a una costante ricerca di aggiornamenti e alla passione per il giornalismo, è riuscita a costruire un percorso professionale riconosciuto per l’attenzione al dettaglio e la capacità di cogliere le sfumature di ogni storia.

Questa esperienza e dedizione la rendono una voce autorevole e apprezzata nel panorama giornalistico, capace di coniugare professionalità e impegno civile a beneficio dei suoi lettori.

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