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NESOS – SEMPICEMENTE VINO 2019

da | 28 Novembre 2019

A TAVOLA CON GLI DEI , ONORE A  NESOS !

  C’è vino e vino! Quello povero da taverna, che basta buttar giù, e poi quello “da ricchi” che riporta  indietro verso le imprese enologiche dei greci, dell’isola di Chio, capaci di produrre vini leggendari come Nesos, per l’appunto, il vino marino il cui uvaggio viene’ tuffato in mare’ , regalandogli un sapore squisito nonché una buona azione antisettica. 

Un tuffo nel blu dipinto di blu a cui l’Azienda elbana  Arrighi  si  dedica con amore e passione, seguendo questa modalità legata all’antica Grecia, sotto la guida di vari studiosi e con il supporto dell’Università di Pisa per un corso di viticoltura ed enologia.  Questo degustando in anteprima assoluta le uniche 40 bottiglie di Nesos… restandone sbalorditi durante la visione in anteprima italiana del documentario Vinum Insulae,  che ha vinto il primo premio come miglior cortometraggio al 26° Festival International Cenovidèò di Marsiglia, con tanto di riconoscimento della Revue des Cenologues per la singolarità proposta nonché al merito della ricerca.  A seguire  altri premi del “Festival internazionale del cinema del vino e della cava” in  Spagna,  durante la “Celebrazione della giornata europea del turismo del vino” con annuncio di  vincitori e premiazioni.

L’incontro si è tenuto a  presentato a Firenze, nel convegno organizzato in collaborazione con Regione Toscana, Toscana Promozione Turistica, Fondazione Sistema Toscana e Vetrina Toscana, vedeva Francesco Palumbo direttore di Toscana Promozione Turistica, Paolo Chiapini direttore di Fondazione Sistema Toscana, Stefano Feri, Vice Presidente del Parco Nazionale Arcipelago e Stefano Ciuoffo, assessore al Turismo e Commercio della Regione Toscana.

Immancabile Antonio Arrighi, isolano d’Elba, che per un decennale  ha sperimentato  vinificando nelle anfore di terracotta dell’ Impruneta,  sino a contattare il professore Scienza dopo averlo sentito parlare della sua ricerca vinicola nell’isola di Chio.

  Vini greci elitari che raggiunsero Marsiglia e Roma. Interessante conoscere, come ricorda Plinio Il Vecchio,  che Cesare li offrì al banchetto celebrando il suo terzo consolato. Anche Chio era dolce ed alcoolico come i vini di Thaso, Lesbo, Samos,  ma proprio Chio possedeva quel che in più d’aroma, grazie al  bagno in mare per l’appunto,

togliendo la pruina dalla buccia accelerando l’appassimento al sole e preservando il vitigno senza l’uso di solfiti. Il risultato? Una bevanda molto naturale e simile alla produzione di 2500 anni fa!  L’uva in questione è l’Ansonica, tipica ‘bianco’ dell’Elba, probabile incrocio di uvaggi dell’Egeo, quali Sideritis e Rhoditis.

Inevitabile in tale contesto pensare alla nostalgia di Ulisse, ai miti che ben hanno disegnato la storia, ai navigatori dell’epoca come gli Eubei,  tutto rapportato in un contesto di radici esoteriche e politiche. E come non pensare alla potenza del fuoco, della terra, dell’acqua, chiamasi anche mare?  Il pensiero va a  Giasone, al mito del “Vello d’oro” , che spesso si colora di tragedia. Ed ancora a  quei navigatori che portavano  vitigni e non certamente come i profughi attuali che arrivano – o non arrivano – stremati sulle nostre coste.

L’antichità ci ricorda l’attraversamento del Rodano e del Po  entrando nei grandi empori commerciali, come gli Etruschi che vanno incontro anche a Mantova,   come testimoniano  ritrovamenti in merito. Bene adesso  uno scivolo nella storia agricola della  Toscana ed altre regioni, a corollario, visto che i vitigni italiani sono ancora orgogliosamente in Grecia. Quanto alla cultura elbana pensiamo anche alle sinuose anfore . Nelle cantine veniva portato il  mosto. Ma sconfiniamo adesso nell’archeologia,  il cui unicum abbraccia le discipline segnando i valori del territorio. 

Ma torniamo all’amico Nesos, vino mitologico, così ricco di poifenoli che tanto bene fanno alla salute in quanto alimenti persino  nutraceutici. Il bagno marino sfuma l’acidità, il sale funziona da antiossidante, pertanto che l’orgoglio del Dna squisitamente italiano che sia ben accolto.

Adesso silenzio, glii Dei facilmente si adirano, invitiamoli a brindare  nel Parco dell’Arcipelago Toscano innalzando “Nesos, il vino marinaio, pardon! Marino!

 Carla Cavicchini

cavicchini.press@gmail.com

 

Carla Cavicchini

Carla Cavicchini

Giornalista

Carla Cavicchini è una giornalista free lance che lavora a Firenze, che ha maturato una solida esperienza nel mondo della comunicazione e dell’informazione. Con il suo stile chiaro e diretto, Carla si distingue per la capacità di raccontare le storie più umane e attuali, unendo rigore giornalistico a una spiccata sensibilità narrativa. Nel corso della sua carriera ha collaborato con numerose testate e ha partecipato a eventi e convegni di rilievo, lavorando a stretto contatto con professionisti del settore – tra cui registi e docenti universitari – che le hanno permesso di approfondire tematiche culturali, sociali e artistiche.

Nel suo blog, Carla condivide analisi, interviste e riflessioni che offrono uno sguardo critico e personale sulla realtà contemporanea, mettendo sempre al centro l’importanza di un’informazione etica e responsabile. Grazie a una costante ricerca di aggiornamenti e alla passione per il giornalismo, è riuscita a costruire un percorso professionale riconosciuto per l’attenzione al dettaglio e la capacità di cogliere le sfumature di ogni storia.

Questa esperienza e dedizione la rendono una voce autorevole e apprezzata nel panorama giornalistico, capace di coniugare professionalità e impegno civile a beneficio dei suoi lettori.

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